I dati dell'Osservatorio Statistico sull'Immigrazione nella Zona Fiorentina Sud-Est vengono elaborati sulla base delle informazioni fornite dagli Uffici Anagrafe dei Comuni.
La popolazione residente in Italia al 31/12/2016 è di 60.589.445 persone, di cui 5.047.028 di cittadinanza straniera (ISTAT).
Per i 14 Comuni della zona Sud Est la cifra totale è di 171.139 persone, mentre la popolazione straniera è pari a 14.909. L’incidenza della popolazione straniera sul totale dei residenti è del 9,54%, rapporto lievemente superiore a quello nazionale che è l’8,33%. La regione Toscana vede, invece, un’incidenza di cittadini con nazionalità non italiana sul totale della popolazione del 10,7%.
Nei 14 Comuni le donne sono 6.926, cioè il 46,45% del totale dei residenti stranieri (mentre a livello nazionale il dato è di 52,36%); i minori sono 2.787 e costituiscono il 18,7% della popolazione; di questi, il 69,8% è nato in Italia. Gli uomini sono 5.197 e rappresentano il 34,86% della popolazione straniera totale dell’area (mentre a livello nazionale il dato è di 47,63%).
Nell'anno 2016 i nuovi nati da genitori stranieri nell’area Fiorentina Sud Est sono 141 così come circa il 70% del totale dei minori stranieri, che è nato nel nostro Paese. Immersi sin dalla nascita nella società italiana, soprattutto attraverso la scuola, si formano sui valori e con i metodi che sono propri della nostra cultura, vivendo una situazione di alterità tra ciò che essi realmente si sentono di essere e ciò che invece sono per la legge: cittadini stranieri. Si crea così, per imposizione normativa, un discrimine che nella realtà fattuale non esiste e che ha portato a riflettere in merito a una eventuale revisione della legge di cittadinanza (la legge n. 91 del 1992), che è basata sullo ius sanguinis. L’altro modello sarebbe una previsione normativa per cui la cittadinanza non è legata a quella dei propri genitori, ma dal contesto in cui si nasce e cresce (ius soli).
Quanto evidenziato sempre di più da media e opinione pubblica, per cui l’immigrazione nel nostro Paese sarebbe insostenibile, è, in realtà, un’ipotesi irrealistica. Studi demografici affermano esattamente l’opposto (Livi Bacci, 2016). Dal Dossier Statistico Immigrazione 2017 emerge una situazione in cui sempre più cittadini italiani emigrano all’estero. Pur considerando gli afflussi di cittadini immigrati, gli incrementi di popolazione per le quote dei nuovi nati e i flussi in uscita, le previsioni demografiche prospettano un futuro in cui entro il 2050 la popolazione si ridurrà di circa il 4% e ci sarà un progressivo invecchiamento della stessa. Il fenomeno migratorio, contestualizzato, appare così sostenibile.
Mentre l’età media della popolazione in Italia è di 44,9 anni e per i cittadini italiani è di 45,7, questa si abbassa a 33,6 anni nel caso di cittadini stranieri (ISTAT) e nella zona fiorentina sud est è di 35,91 anni. La componente straniera nella zona è comunque più giovane di quella complessiva italiana, difatti i minori di 15 anni costituiscono il 16,9% della popolazione mentre le persone con più di 65 anni sono solo il 4,7%.
Essendo presenti circa 200 nazionalità all’interno del nostro Paese (di cui più di 120 sono presenti anche nella zona del Sud Est Fiorentino), possiamo affermare che l’Italia è caratterizzata da un modello policentrico, non essendoci una area di origine prevalente di immigrazione. Per quanto riguarda l’area dei 14 comuni qui presa in considerazione, i 5 Paesi che rappresentano più del 50% della popolazione straniera sono l’Albania, la Romania, il Marocco, il Kosovo e lo Sri Lanka, mentre la Cina e l’Ucraina sono rispettivamente la nona e l’undicesima nazionalità più rappresentate.
Il Comune più grande in termini di popolazione è Bagno a Ripoli con 25.569 abitanti complessivi, mentre il comune in cui la popolazione straniera ha più incidenza è Greve in Chianti, dove questa costituisce il 12,4% della popolazione totale.
Fonti:
Dati Osservatorio Progetto Migranti
Dati ISTAT 2017
IDOS, Dossier Statistico Immigrazione 2017.
Livi Bacci M., L'Europa ha bisogno di un immigrazione di massa?, Il Mulino, n. 6/2016